Reino (BN)

Riportiamo qui di seguito i dati tratti da un documento gentilmente concessoci e redatto a cura del “Comitato per la difesa della Valle del Tammaro”

Cronistoria e stato dei fatti

  • Nel mese di febbraio 2006, con apposita delibera del Consiglio Comunale di Reino (Benevento), viene approvata la “Convenzione” per la “Concessione di terreni inclusi nel territorio comunale, a favore della ENERGETHIC S.r.l. per la realizzazione e la gestione di una Centrale termoelettrica a Biomassa della potenza di 12,8 MW elettrici”;
  • In data 31 maggio 2006 la società Energethic presenta alla Regione Campania, Assessorato all’agricoltura e alle attività produttive, richiesta di autorizzazione ai sensi del dlgs 387/2003, ex art. 12;
  • Con Decreto Dirigenziale della Giunta Regionale della campania n. 675 del 28/12/2006, viene approvato un finanziamento di circa 6.000.000 di euro a favore della società Energethic, sulla base della misura 1.12 del POR Campania 2000-2006;
  • Il giorno 28 maggio 2007 è stata convocata la Conferenza dei Servizi presso la Regione Campania, nell’ambito del Procedimento Unico, per ottenere i pareri preliminari di tutti i soggetti competenti, e quindi ai fini del rilascio dell’autorizzazione a costruire.
  • La Conferenza dei Servizi del 28 maggio è stata chiusa senza concedere l’autorizzazione definitiva in quanto hanno dato parere contrario alla realizzazione dell’opera i comuni di Pesco Sannita, Fragneto l’Abate e la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Caserta che ha revocato il parere positivo dato in precedenza a causa del particolare pregio naturalistico e storico architettonico dell’area. Si allega in proposito relativo documento della Soprintendenza.
  • Entro il mese di settembre dovrebbe essere convocata la seduta risolutiva della Conferenza dei Servizi.

Caratteristiche della centrale

  • Potenza 12,8 MW elettrici (è prevista la sola produzione di energia elettrica senza cogenerazione/teleriscaldamento);
  • Fabbisogno annuo di biomassa pari a 120.000 tonnellate (per avere un termine quantitativo di confronto, la provincia di Benevento produce in un anno una quantità di Rifiuti Solidi Urbani pari a 106.000 tonnelate (dati del piano regionale rifiuti della Regione Campania);
  • Come da progetto, la biomassa dovrebbe derivare per il 50% da colture agricole dedicate e per il 50% da scarti e residui agroindustriali.Da uno studio che si riporta in allegato n.2, sulla base delle rese produttive ad ettaro (fonte = alcune sperimentazioni del CNR) e del prezzo proposto dalla Società Energethic (45 euro/tonn di biomassa), non vi è nessuna convenienza per le aziende agricole della zona a produrre biomassa per tale Centrale. Del resto, ciò avviene anche per le circa 15 centrali a Biomassa già operative in Italia, dove la biomassa viene importata quasi totalmente dall’estero (America Latina e Africa Equatoriale, contribuendo così al disboscamento delle foreste vergini ed all’Effetto serra in pieno contrasto con il Protocollo di Kioto);

Emissioni e danni per la salute umana

E’ provato scientificamente che non solo quella dei rifiuti, ma anche la combustione di legno e di altro materiale vegetale emette in atmosfera sostante tossiche per la salute umana. Nell’allegato n. 3, alle pagine 6 e 7, vengono riportati i dati dell’APAT secondo cui la combustione di legno e di carta, anche a temperature superiori a 850 oC emette in atmosfera delle quantità di diossine e furani pari a quelle emesse con l’incenerimento di CDR (Combustibile da Rifiuti).

Nell’allegato n. 4, uno studio recente della Regione Piemonte evidenzia l’elevata quantità di ossidi di Azoto e Polveri Sottili emesse dalla combustione delle Biomasse. I nostri comitati e le popolazioni delle zone del Tammaro e del Fortore temono fortemente per la loro salute. Gli inquinanti che si diffonderanno nell’aria accumulandosi nei terreni aumenteranno nel tempo il numero di tumori, malattie respiratorie e cardiocircolatorie, allergie e malformazioni.

Possibilità di incenerimento di rifiuti

Inoltre, c’è da dire che, a 10 Km dalla località dove sorgerebbe l’inceneritore in oggetto, è presente uno degli impianti CDR della Campania (CDR di Casalduni).

In proposito, è importante evidenziare che il Dlgs n. 387 del 29/12/2003 autorizza l’incenerimento anche della parte biodegradabile dei RSU considerandola come Biomassa; Poichè la tecnologia dell’impianto è caratterizzata da un “forno a griglia mobile raffreddato ad acqua” dello stesso tipo dell’inceneritore di Acerra (anch’esso con forno a griglia mobile), sarebbe tecnicamente possibile anche bruciare le ecoballe di rifiuti che rappresenterebbero, tra l’altro, una fonte di combustibile a prezzo quasi nullo. Come riportato nel documento allegato n. 5, la centrale a biomasse di Cutro (Kr) è un esempio di “riconversione” di una centrale a biomassa verso l’utilizzo dei rifiuti come combustibile.

Difformità del progetto rispetto alla legislazione unitaria

Le normative comunitarie che disciplinano il funzionamento del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) stabiliscono delle misure di finanziamento per lo sviluppo di fonti rinnovabili di energia con riferimento, fra gli altri, agli impianti di cogenerazione e distribuzione del calore in teleriscaldamento di potenza non superiore a 5 MW termici alimentati da biomasse di origine agro-forestale e a reti di distribuzione di calore in teleriscaldamento. L’impianto in progetto nel comune di Reino, finanziato per un importo di circa 6 milioni di euro, non presenta cogenerazione ed ha una potenza di 49,9 MW termici. Per le stesse ragioni, il termovalorizzatore a biomasse in progetto è in contrasto con la Direttiva 2004/8/CE per la promozione della cogenerazione. Per quanto esposto, l’Unione Europea potrebbe avviare un procedimento di infrazione a carico della Regione Campania per la gestione dei Fondi Europei in modo difforme dalle normative europee.

Caratteristiche dell’area

Come da progetto, l’Inceneritore/Centrale a Biomasse sarà costruita sulle sponde del fiume Tammaro, in un’area ben conservata dal punto di vista ambientale e naturalistico, a 400 metri dal confine con un’area S.I.C (Sito d’Importanza Comunitaria). Si allega in proposito cartografia IGM che riporta in allegato n. 6 la localizzazione della centrale rispetto al fiume Tammaro, all’area SIC “Alta Valle del fiume Tammaro” e delle emergenze ambientali, architettoniche ed archeologiche presenti nell’area.

Conseguenze sull’economia dell’area

  • Nel raggio di soli 10 km vi sono almeno 20 attività turistiche (agriturismi, bed & breakfast, affittacamere e ristoranti) che rischierebbero di chiudere con una notevole perdita di posti di lavoro;
  • Nessuno più verrebbe a comprare i prodotti agroalimentari prodotti nella zona olio, grano, animali, formaggio e carni con danno grave per le aziende agricole;
  • Inoltre non ci sarebbe nessun vantaggio occupazionale: il numero di posti di lavoro persi sarebbe molto maggiore del numero di operai previsti (solo 16 operai in base al progetto della ditta Energethic s.r.l);

Valutazione di impatto ambientale

Per il termovalorizzatore di Reino non è stata fatta alcuna Valutazione d’Impatto Ambientale. La VIA è richiesta in quanto il 50% del materiale combustibile è rappresentato da “scarti e residui agroindustriali” che ai sensi della legge sono considerati “rifiuti non pericolosi”. La legge sulla VIA (D.Lgs 152/06) dispone che siano soggetti a VIA gli impianti di incenenerimento di rifiuti non pericolosi che utilizzano una quantità superiore a 120 tonn. al giorno.

Valutazione di incidenza ambientale a carico dell’area SIC

La legislazione europea stabilisce, a tutela delle aree S.I.C, e a tutela degli ecosistemi naturali per esse sono istituite, che venga effettuata la Valutazione di Incidenza Ambientale per verificare se un impianto previsto nelle vicinanze ne possa pregiudicare la corretta conservazione. Per il termovalorizzatore in oggetto non è stata prevista nessuna Valutazione di Incidenza Ambientale.

Piano di emergenza per diga di Campolattaro

La Centrale ricade, interamente in area soggetta a rischio onda di piena (Dum Break). Si veda cartografia “Piano di emergenza per la diga di Campolattaro” in allegato redatto dalla Protezione Civile, Ufficio Tecnico della Provincia di Benevento e approvato con decreto della Prefettura di Benevento. La localizzazione di questo impianto interamente all’interno dell’area soggetta a rischio di onda d’urto così come individuato dal Piano, è palesemente contraria ad ogni norma relativa alla pianificazione urbanistica e alla sicurezza del lavoro. Come riscontro, si allega copia della cartografia del Progetto presentato dalla ditta proponente, che evidenzia la localizzazione prevista per l’impianto in oggetto.

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