"Eternit Giustizia" questa frase scritta sulle bandiere rimaste appese su molte finestre delle case di Casale Monferrato è stata di buon auspicio.
La Corte d'Appello di Torino ha emesso ieri una sentenza che condanna il miliardario svizzero, che si accreditava come paladino dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile, a 18 anni di carcere e ad una serie di risarcimenti milionari.
Questa sentenza aprirà grandi prospettive anche per altre città che attendono giustizia e rimarrà nella storia della giurisprudenza italiana.
È stato riconosciuto invero il disastro ambientale non solo per i lavoratori dell'Eternit ma per tutta la popolazione costretta inconsapevolmente a subire questo grave e concreto pericolo, il pericolo di ammalarsi, purtroppo oggi ancora senza speranza di guarigione, di mesoteliona pleurico e malattie da amianto come l'asbestosi.
Triste è pensare che circa 3.000 sono state ad oggi le vittime delle quali circa 1.600 nel solo casalese e chissà quante ancora ne verranno. Quasi tutte le famiglie di Casale Monferrato hanno avuto un parente o un amico colpito da questo male.
In questo nostro tempo in cui è sempre più difficile credere, questi avvenimenti di giustizia che riconciliano con la speranza, ci danno l'orgoglio di avere la voce incrinata dalla commozione, senza vergogna di lottare contro quello che si ritiene sbagliato.
Noi dell'Associazione ne sappiamo qualche cosa.
Noi che abbiamo azzardato un sogno, un sogno che è stato rincorso anche da tutti i parenti delle vittime di questa strage che oggi hanno avuto la loro rivincita, la loro vittoria.
Il senso di giustizia che oggi possiamo provare non riuscirà però a darci la rassegnazione della perdita di parenti e amici e a mitigare l'apprensione per la salute nostra e dei nostri figli.
Vivremo con in mente il trofeo della sentenza ma con nel cuore una grande paura.
Il portavoce
Riccardo Poggio